I dati parlano chiaro: in Norvegia gli automobilisti stanno abbandonando definitivamente le auto alimentate a diesel o benzina. La transizione green che stiamo attraversando, e che porterà ad una mobilità fondata sulle motorizzazioni elettriche, sta infatti accelerando: i paesi all’avanguardia in questo senso stanno appunto dimostrando che il processo è già in fase avanzata, e che il cambiando è possibile senza subire scossoni eccessivamente destabilizzanti.
In tutta Europa, probabilmente, il numero di auto a motore termico è destinato a diminuire drasticamente nei prossimi anni: ma non è solo il Vecchio Continente a prepararsi in questo senso; anche il Giappone e alcuni stati degli USA sono fortemente indirizzati verso questa strada. Una situazione su cui è utile riflettere per capire come potrebbe evolversi nel breve-medio periodo.
Cosa prevede il piano europeo per la transizione verso l’elettrico
È notizia nota, infatti, che la Commissione Europea, tramite il piano Fit For 55, abbia proposto di abolire i motori termici negli Stati membri addirittura a partire dal 2035.
L’Europa, insomma, vuole essere il primo continente ad emissioni zero. Un progetto molto ambizioso, su cui però permangono diversi dubbi.
L’Unione Europea ha costruito questa proposta su un riferimento preciso: la volontà di ridurre del 55% le emissioni di Co2 entro il 2030, basandosi sui valori medi registrati quest’anno (2021). Un obiettivo di grandissima ambizione, per cui si dovrà impegnare forze e piani di sviluppo di grande visione.
È una presa di posizione molto forte—anche molto criticata da alcuni, va detto—perché decretare che entro il 2035 saranno vendibili solamente auto elettriche significa, nel fatti, decretare già adesso la fine del motore termico. E infatti i paesi che già avevano mostrato una predisposizione forte per l’avanzare delle tecnologie elettriche nella mobilità, come appunto la Norvegia, stanno già seguendo il trend in forte anticipo sulle scadenze europee.
Norvegia: un punto di riferimento per la filosofia ecosostenibile
Il paese scandinavo, va detto, è sempre stato almeno 10 anni avanti rispetto a quasi tutti i paesi europei—quindi anche mondiali, visto che il nostro è un continente virtuoso rispetto a queste tematiche—riguardo a politiche e strutture ecologiche. Ma recentemente i dati indicano un’importante accelerazione anhe in questo paese per quanto riguarda la motorizzazioni elettriche: lo scorso mese infatti in Norvegia le auto diesel o benzina vendute sono state appena il 5% del totale. Un dato molto interessante da analizzare.
A novembre di quest’anno nel paese sono infatti stati distribuiti 11.274 modelli elettrici BEV, con un forte aumento del 60,3% e arrivando al 73,8% del market share. Una tendenza che cresce in ogni ramificazione dell’automotive: crescono infatti anche il mercato dell’usato di auto BEV (1.116 unità vendute) e anche quello dei mezzo pensati per il mondo del lavoro. I van elettrici venduti in Norvegia lo scorso mese, infatti, sono arrivati a 432 unità.
Indicativo, poi, è anche il dato che riguarda l’ibrido. Sono stati 2.653 i veicoli plug-in hybrid venduti a novembre, e che hanno fatto registrare un calo dell’11%. Ne consegue, quindi, che l’approccio degli automobilisti in Norvegia è già quasi totalmente pronta ad accogliere solo veicoli 100% elettrici, considerando il mercato dell’ibrido come una realtà già “datata” rispetto alla nuova tendenza.
Tiriamo quindi le somme: i mezzi elettrici venduti in tutto, tra BEV e PHEV sono stati in totale 13.927 (di cui Mild Hybrid e Full Hybrid rappresentano solo il 3,8%). Diesel e benzina invece occupano dati risibili ormai in termini di vendite: 2,7% il diesel e addirittura 2,3% i veicoli a benzina.
Saremo obbligati a possedere un’auto elettrica come fanno in Norvegia?
Ora: alcuni utenti quando leggono questi dati e pensano al futuro si lasciano spaventare. Pensando che nei prossimi anni l’auto elettrica potrebbe essere un’imposizione estesa a tutti i guidatori. Questo semplicemente perché il motore termico, per alcuni, rappresenta ancora un’opzione di guida irrinunciabile.
Tutti coloro che, per lavoro o necessità private, devono guidare spesso (per non dire ogni giorno) per lunghe percorrenze hanno difficoltà ad adattarsi ai ritmi di un’auto elettrica, per via dei tempi più lunghi che occorrono per fare rifornimento. Questi utenti, anche nei prossimi anni, continueranno a guidare un’auto termica o un’ibrida. E nessuno glielo impedirà.
Ma dobbiamo fare un discorso più generale, perché i dati parlano chiaro: si stima che oltre il 70 percento dei guidatori nei prossimi anni utilizzerà l’auto quasi esclusivamente nei dintorni del proprio centro abitato o in città. Percorrendo pochi chilometri quotidiani: per questi utenti l’auto elettrica è una grande risorsa, non solo dal punto di vista ambientale ma anche economico. Risparmieranno molto denaroin consumi scegliendo un’auto elettrica e non saranno costretti ad effettuare spesso le ricariche perché con una piena carica avranno un’autonomia sufficiente per spostarsi più giorni consecutivi. La transizione, quindi, sarà meno indolore di quanto certe fake news fanno supporre.